Nel 1900 nacque in una piccola campagna un bambino di nome CLEMENZA,
la cui famiglia era allevatrice di bestiame, una famiglia molto povera.
Clemenza, per via della sua famiglia conduceva una vita molto sacrificante, lavorando dal 1908 al 19016 affiancando il padre nel piccolo terreno di famiglia.
In questi anni conobbe il mafioso Luciano, con il quale intraprese il furto di covoni di grano e bestiame e che di conseguenza lo affiliò nella locale cosca mafiosa, di cui faceva parte lo zio paterno di Clemenza
#Giacomo.
A 19 anni Clemenza fu condannato a una pena di 12 anni, scontata parzialmente nel carcere dell'ucciardone, per aver ucciso in una rissa un suo coetaneo, Domenico Lo Matito, venendo scarcerato nel 1931.
Insieme a Luciano e alla sua banda cominciò ad occuparsi di altri "rami" clandestini.
Nel 1933 Luciano eliminò il suo capo Michele Peride e nei mesi successivi, insieme alla sua banda di cui faceva parte Clemenza, scatenò un conflitto contro gli ex uomini di Peride.
Clemenza nel 1937 venne arrestato ancora, ma sta volta da una pattuglia di polizia.
Esso aveva in possesso una carta d'identità falsa e una pistola.
Clemenza tentò di scappare, ma fù riconosciuto e catturato.
Tuttavia dopo aver scontato alcuni anni di prigione Clemenza, fu assolto per assenza di prove, anche se il tribunale decise custodia precazionale presso il paese nativo di Clemenza, dove egli non giunse mai, dando inizio alla sua latitanza.
Fino a che nel 1945 grazie alle conoscenze acquisite negli anni, riuscì ad entrare nella Onoratissima famiglia Nitti, dove egli intravide una positiva possibilità di crescita.