Nome RPG: Shojiro Yamazaki
Professione di copertura: Cuoco
Arma preferita: Type Hamada
Età: 33
Altezza: mt. 1,70
Peso: 67 Shojiro Yamazaki nasce a Fukuoka il 15 giugno 1907 da una famiglia di artigiani. Secondogenito di Eisaku Yamazaki, facoltoso imprenditore edile di Kytakiushu, nel 1927 lascia il Giappone per recarsi a Portland, nella costa occidentale degli Stati Uniti, per lavorare quale contabile presso l’hotel del fratello Kenji, indebitatosi dopo avere visto bruciare un suo albergo a Eugene dopo un violento incendio; fatto ritenuto, dalle autorità locali, di origine dolosa. Nel corso delle indagini condotte dalla polizia federale per le comprovate estorsioni in danno di Kenji, Shojiro riesce a rinvenire un numero telefonico recante il prefisso del Coast Ranges, trovato tra i documenti amministrativi dell’albergo e di cui Kenji non aveva voluto dare contezza alcuna. Facendo leva sull’amicizia di Patrick Defoe, agente della polizia locale e fidato cliente del cugino, Shojiro riesce dopo qualche giorno a risalire a tale Kurt Callahan Jr, indicato all’agente dal suo contatto quale soggetto noto alla giustizia dello Stato dell’Oregon. Volendo approfondire la questione, Shojiro raggiunge la città di Salem, sede del Subway.
Avere chiamato il numero rinvenuto tra i documenti contabili si sarebbe rivelata un’ottima mossa per risalire al nome del più importante ristorante di Salem, per l’appunto il Subway, e di quello che, di lì a qualche giorno, si sarebbe identificato nell’autore materiale delle estorsioni subite da Kenji. Shojiro, chiedendo a voce sin troppo alta di Kurt Callahan Jr nelle attività commerciali limitrofe al Subway, cominciò ad attirare l’attenzione di chi pensò di sequestrarlo e di condurlo, dopo un viaggio in auto di circa un’ora, bendato, nello scantinato di un edificio.
“Lei è uno sprovveduto…e penso non sia né nella posizione di fare domande, né tantomeno di mettere piede nella mia città. Lei lavora con Mr. Kenji Yamazaki, giusto?”
“Lo conosce bene, e penso che sarebbe inutile se Le mentissi, Mr…”
“Rui Callahan, rispettabile uomo di affari. Cosa La porta in questo scantinato, Mr. Yamzaki Jr ?”
“Mi tolga il sacco dalla testa e potremo parlarne, Callahan”
Lo scantinato era buio, se non per una lampadina fioca che pendeva dal soffitto e che illuminava a mala pena la colonna a cui Shojiro era legato. Intorno a lui tre uomini, il più attempato dei quali era quel Rui Callahan. Sogghignava col suo sigaro in mano, e si divertiva a far brillare l’Eberhard d’oro che aveva al polso alla luce della lampadina.
“Vedi, figliolo…” disse l’uomo rivolgendosi al ragazzo che aveva accanto “Tuo nonno Kurt era un brav’uomo con lo strano hobby di far saltare i denti agli ospiti. E penso che sia una bella tradizione, dopo tutto. Non vorremo mica dimenticare i bei vecchi tempi…”
“Los tiempos en que también se cortaron cabezas, Mr. Callahan” disse il terzo uomo, di chiara origine ispanica, mentre si allontanava.
“Il nostro ospite perdonerà il nostro Juan se non habla mui bien el inglés” incalzava ridendo Callahan “Ma tra i vari difetti che ha, e parlo della passione per le teste mozzate e per gli alberghi in fiamme, penso che quello della lingua possa essere il più tollerabile. Del resto, non ti fai amici del genere per farti due chiacchiere”
Shojiro aveva appena scoperto chi era stato a dare fuoco all’albergo del fratello e Eugene.
“Perché, Callahan?”
“Vede, Yamazaki, con tutto il rispetto per Suo fratello, che non giudico come uomo ma come cattivo pagatore, mi permetto di dirle che mi doveva dei soldi e non è stato di parola. Il nostro è stato un…come dire…un incoraggiamento. Siamo in America, non in mezzo alle risaie. Qui i debiti non saldati costituiscono un problema.”
Un tonfo, e la luce si spense.
Era giorno quando Shojiro riprese i sensi, ancora legato alla colonna in quello scantinato in cui filtrava timida la luce del primo sole. Il sangue rappreso sul pavimento era più che eloquente in merito alla causa dello svenimento. Juan aveva colpito.
Passò qualche ora quando Shojiro sentì la porta dello scantinato aprirsi, e vide avvicinarsi Kurt Jr.
“Ti ho portato compagnia” disse ridendo “così capite in due cosa significa quando diciamo che i debiti costituiscono un problema”.
Neanche il tempo di proferire parola che Kenji veniva scaraventato a terra, cinto con le mani dietro la schiena, per poi essere legato alla colonna di fronte a quella di Shojiro. Kenji aveva il volto tumefatto, con gli occhi sanguinanti e sputava sangue. Respirava appena.
Shojiro si guardava intorno, e vide avvicinarsi Juan con una mazza da baseball in una mano e un machete nell’altra. “Uno dei due sicuramente imparerà la lezione”, diceva Kurt Jr “Chissà se con le cattive riescono a ragionare”.
Juan si avvicinò a Shojiro, iniziando a colpirlo ripetutamente con la mazza da baseball, mentre Kurt Jr, estratto un coltello a serramanico, iniziava a conficcarlo a più riprese nelle cosce di Kenji provocandone urla strazianti. Shojiro, nel marasma dei colpi violenti che stava subendo da Juan, arrivò al punto di spezzarsi le dita della mano più esterna per liberarsi della morsa delle funi che le cingevano alla colonna, arrivando a bloccare l’attacco di Juan per poi disarmarlo e colpirlo alle ginocchia, facendolo cadere. Liberatosi repentinamente, vedeva correre verso di lui Kurt Jr con la chiara intenzione di ucciderlo. Preso di spalle Juan, che stava per rialzarsi, notando che Kurt Jr stava per infliggergli una coltellata, Shojiro si gettò a terra sollevando Juan sopra di sé e procurandone la morte. Kurt Jr stava per infliggere a Shojiro una seconda coltellata quando questi vide il machete che era stato lasciato per terra da Juan. Riparandosi dietro quella lama, Shojiro si rialzò e cominciò a fendere l’aria con quello strumento di morte prima di conficcarglielo tra gli occhi e tagliandogli, con un secondo colpo, la testa di netto. Troppo era durato, quello scontro, e troppo tempo era trascorso prima che Shojiro riuscisse a fermare l’emorragia dell’arteria femorale di Kenji più e più volte recisa. Le lacrime andavano mischiandosi con il sangue quando Shojiro, chiuse le palpebre del fratello, gli sfilò l’anello che portava al mignolo della mano sinistra lasciando che lo stesso cadesse in terra. Sfilata la pistola che Kurt Jr aveva addosso, Shojiro uscì dall’edificio e si allontanò.
Il funerale di Kurt Jr ebbe luogo dopo due giorni, e pochi furono i presenti. Rui Callahan era lì, scortato da quattro uomini, e nell’andare via vide Shojiro in abito bianco e camicia nera, immobile, in mezzo al viale che dava verso l’esterno del cimitero. Rui Callahan disse ai suoi uomini di non seguirlo mentre si avvicinava a lui.
“Ha ucciso mio figlio, Mr. Yamazaki.”
“Ha ucciso mio fratello, Mr. Callahan.”
“Lei ha osato uccidere mio figlio!!!”
Non fece in tempo ad estrarre la pistola che Callahan venne colpito in mezzo agli occhi, inaspettatamente, dalla distanza. Cadde in terra, in mezzo alla polvere, sotto lo sguardo attonito degli uomini della sicurezza accorsi intorno al cadavere di quell’uomo.
“Avete voluto seguire una strada impervia, tu e tuo fratello, e temo che farai la sua stessa fine. Non abbiamo mai permesso che altri ficcassero il naso nei nostri affari. Noi Yamazaki dovevamo rimanere uniti, Shojiro.”
“Potete pensare quello che volete, padre, ma oggi ho saldato il mio debito di sangue lasciando che voi poteste vendicare la perdita di Kenji, e ciò in segno di rispetto. Il rispetto che un figlio ha per il padre e per la sua gente, non di un uomo che vede al di là del Giappone dove voi volete marcire per paura di evolvervi. Ho perso un fratello che ha dato la vita per non seguire il vostro modo di agire, e sto perdendo voi, padre, per rinnegare ancora una volta il valore della vostra concezione di onore e di affari. Kenji si è trovato solo perché voi l’avete abbandonato a sé stesso nonostante lui volesse tentare di spianare la strada alla Yakuza, qui in America.”
“Quindi rimarrai qui.”
Shojiro si tolse la giacca, si chinò e la stese a terra. Con un movimento rapido tirò fuori una lama e, guardando l’anziano genitore negli occhi, si tagliò di netto l’ultima falange del mignolo della mano sinistra. Ripiegò la giacca con dentro quel pezzo di carne, e la consegnò al vecchio Eisaku prima di allontanarsi. Calò il silenzio, a Salem, interrotto dal lento avvicinarsi delle sirene.
“Lei è nuovo, da queste parti. So ben riconoscere i forestieri.”
“Yamazaki.” tendendo la mano.
“Dietrich. Posso offrirle da bere?”